Reflexiones diarias sobre argumentos de espiritualidad y vida carmelitana, con incursiones en el mundo del arte y de la cultura

domingo, 17 de enero de 2016

Le Nozze di Cana


L'antifona del Magnificat dei secondi Vespri dell'Epifania, diceva: "Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo: oggi la stella ha guidato i magi al presepio, oggi l'acqua è cambiata in vino alle nozze (di Cana), oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza, alleluia".

La parola Epifania significa "manifestazione", e Gesù si è manifestato come l’inviato da Dio nella Adorazione dei Magi (che lo riconoscono come Dio, come re e come uomo ), al suo battesimo (quando il Padre dice che è il suo Figlio diletto) e nelle nozze di Cana (dove fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù, egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui). 

Se il giorno dell'Epifania abbiamo meditato principalmente l’Adorazione dei Magi, e il giorno del battesimo gli avvenimenti del Giordano, oggi ci fermeremo sul significato mistico delle nozze di Cana.

Alle nozze di Cana, Gesù "ha fatto il suo primo segno" (Gv 2,11). Isaia, nella prima lettura della Messa, ci aiuta a capire il suo significato, quando parla dei tempi messianici e del patto d'amore che Dio ha fatto con il suo popolo: “Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma tu sarai chiamata Mio compiacimento e la tua terra, Sposata, perché il Signore si compiacerà di te e la tua terra avrà uno sposo. Sì, come un giovane sposa la sua fidanzata, così ti sposerà il tuo architetto; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te”. (Is 62, 4-5).

L'immagine non era nuova. Da Osea in poi, i profeti avevano chiamato Dio “sposo” di Israele. Tutti insistono sul fatto che Dio ama appassionatamente sua moglie (personificata in Gerusalemme o Sion), anche se spesso essa non è fedele (Infatti, i peccati di idolatria sono denominati “adulterio” nella Scrittura). Dio perdona i peccati della sua sposa, ed è disposto a darle un nuovo cuore capace di fedeltà, perché possa amarlo come Lui ama lei (cfr Ez 36,26).

Il Cantico dei Cantici sarà la migliore immagine di questo amore. Bene, ora è finito il tempo dei riti di purificazione dei giudei. Le loro anfore d'acqua vengono trasformate in vino. Il tempo delle promesse è finito. Con il segno di Cana, Cristo ha portato avanti l’ora della sua manifestazione al mondo. Egli è lo Sposo, inviato da Dio ad unirsi in matrimonio di amore con la Chiesa e con l'anima di ciascuno dei credenti. Il banchetto di nozze di Cana, infatti, celebra questo sposalizio mistico.

L'acqua della purificazione dei Giudei annuncia l'acqua del battesimo, in cui la Chiesa è stata purificata. Ora si prepara a celebrare il matrimonio con Cristo e a partecipare al banchetto di nozze. Lei solo può offrire la sua acqua, con la fiducia che Cristo farà tutto il resto. Maria, Madre e figura della Chiesa, si occupa di intercedere presso suo Figlio per fare che questo accada. L'acqua trasformata in vino annuncia il vino trasformato in sangue dell'Eucaristia. Il banchetto di nozze, all'inizio della vita pubblica di Gesù, annuncia il banchetto di nozze dell'Agnello alla fine dei tempi. Il riferimento a l’ora di Gesù annuncia la sua croce. La presenza di Maria in questi due momenti significativi, in cui Gesù si rivolge a lei chiamandola donna, annuncia il compimento delle promesse di redenzione fatte da Dio ai nostri progenitori. Nessuna parola, nessun gesto è casuale in questo racconto.

Gesù infatti definì se stesso lo sposo e i suoi discepoli come amici dello sposo (cf. Mt 9,15). Egli ha anche paragonato il regno dei cieli con un banchetto di nozze (Mt 22,1ss) e ha invitato alla perseveranza nella fede e nella preghiera, ponendo l'esempio delle vergini sagge che attendono l'arrivo dello sposo nel mezzo della notte (Mt 25,1ss). San Paolo presenta Cristo come Sposo della Chiesa (Ef 5,32) e di ogni credente (2Cor 11,2). La salvezza finale è celebrata nell’Apocalisse con l'immagine delle nozze dell'Agnello con la Chiesa (Ap 19,7ss).

Forse nessuno come Santa Teresa di Gesù (d'Avila) e San Giovanni della Croce hanno capito questi testi con tutta la loro profondità, in quanto loro hanno goduto del matrimonio spirituale con Cristo qui sulla terra, e in tutte le loro opere sviluppano una spiritualità sponsale.

Santa Teresa, per esempio, ci dice che l'anima innamorata di Cristo, suo Sposo «passa con Lui tutti quei doni e svenimenti e morte e gioie e dolori [...] Mi baci con il bacio della sua bocca. Oh, che parole queste, mio Signore e mio Dio, per essere dette da un verme al suo Creatore! Siate benedetto, Signore, che ci istruite in tanti modi! Ma chi oserà, mio Re, dirle, se voi non glielo permetterete? Sono parole che riempiono di stupore, pertanto stupirà il fatto che osi porle sulla bocca di qualcuno. Si dirà che sono un’ignorante, che tali parole non vogliono dire questo, che esse hanno molti significati, che è evidente che non possiamo rivolgerle a Dio, pertanto sarebbe bene che la gente semplice non le leggesse. Ammetto pure che abbiano molti significati, ma l’anima accesa da un amore che la fa uscire di senno, non ne accetta altri e non vuol dire se non queste parole, visto che il Signore non gliene toglie la possibilità» (Meditazioni sui Cantari 2,10).

Incoraggiati dagli esempi di Santa Teresa d'Avila e S. Giovanni della Croce, approfondiamo il nostro rapporto d'amore con Cristo, permettendo che Lui faccia in noi questo meraviglioso sposalizio con cui vuole benedirci e per il quale ci ha creati. A Lui, il cui amore non conosce confini, la gloria e l'onore e la lode e il ringraziamento per sempre. Amen.

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