lunes, 26 de septiembre de 2016

Ricordando il nostro pellegrinaggio


Carissimi fratelli e sorelle, sono appena rientrata dal pellegrinaggio nella Castilla la Vieja e provo nostalgia e gratitudine. Ringrazio il Signore per il dono di questi giorni passati insieme, per la Comunione vissuta, per le bellezze che abbiamo gustato.

E’ stata una grazia poter soggiornare per i primi giorni nel Monasterio de Santa Maria de la Vid, dove abbiamo ammirato la Madonna de La Vid, il Museo e la Biblioteca e abbiamo vissuto momenti bellissimi di preghiera.

Abbiamo visitato vari luoghi, Chiese e Musei, ma le cose che mi porto più nel cuore sono le sculture a Vallodolid, la scultura del Bambino Gesù che dorme sulla Croce, l’Annunciazione di Pedro Berruguete nella bellissima Cartuja de Miraflores. Poi mi ha colpito quanto spesso venga rappresentata la Madonna insieme al Bambino Gesù e alla nonna S. Anna: questo mi piace molto, perché ricorda ancora di più l’umanità di Gesù.

Burgos poi mi è entrata proprio nel cuore, è splendida per come è tenuta con le sue sculture e fontane, ma la Cattedrale è il massimo: il Cristo, i retlabi, le navate ...

Grazie a Padre Eduardo e a tutti i fratelli e le sorelle con cui ho condiviso il pellegrinaggio. Restando uniti nella preghiera, un abbraccio a tutti. Daniela Porcarelli.



Hola, cari compagni di viaggio: “Alegre la mañana que nos habla de Ti, alegre la mañana!” dice il ritornello del canto di lode a Gesù che intonava Padre Eduardo Sanz de Miguel, nostra guida spirituale, all’inizio di ogni giornata.

Rieccomi a casa e canto: “Alegre la mañana que me habla de ti y de vosotros, Alegre la mañana!” e il mio pensiero va a tutti voi:

− a PADRE EDUARDO, conoscitore profondo di storia dell’arte e amante della cultura e della storia spagnola.


− a FINA de Caravaca, voce acuta di usignolo che ci ha allietato per tutto il tempo con la “saeta” struggente, l’Ave Maria e con i canti più belli della tradizione religiosa spagnola, spesso ispirati. Con grande sorpresa ha cantato anche ritornelli di canzoni italiane;

− a LILLI e MARISOL de Santo Domingo, sempre gioiose, vivaci e briose;

− a MARIA de VIRGINIA (USA), ma nativa de Cuba, generosa e sensibile;

− alle tre madrilene (ANGELINA, CLARA Y MARISA), sempre eleganti ed affascinanti;

− a ISABEL y JUAN ENRIQUE de Valencia, teneri ed affettuosi;

− a CELIA, dolce e silenziosa e a MAURICIO, suo marito, fotografo instancabile della comitiva, provenienti de EL SALVADOR, già conosciuti l’anno scorso ad Ávila;

− a DANIELA, deliziosa e cara compagna della piccola comitiva italiana;

− a PADRE GABRIELE, sempre disponibile e apprezzato per la sua vasta cultura;

− e a GIOVANNI, mio marito, discreto e brillante allo stesso tempo.



Ripercorro in un flash tutte le varie tappe effettuate dal 5 al 12 settembre, attraverso i Monasteri, le Cattedrali e i Musei dell’Alta Castiglia y Leon che ci hanno avvicinato ai valori artistici e culturali delle diverse località visitate.

Il quadro che ne è venuto fuori rispecchia tutto quanto i miei occhi hanno visto ed ammirato: La bellezza dell’arte e del Divino!

Ed ecco il primo gioiello architettonico: L’ABBAZIA di Santa Maria de la Vid (Vite) dei Padri Agostiniani, presso cui abbiamo soggiornato alcuni giorni. Tra le bellezze architettoniche ed artistiche dell’Abbazia mi ha più di tutte colpito l’immagine della Vergine Maria de la Vid che presenta un volto di una bellezza incomparabile, che esprime una tenerezza particolare, uno sguardo profondo e un sorriso accattivante. A destra e a sinistra sono posti due specchi sui quali si riflette la sua immagine e il suo bellissimo profilo.

L’Abbazia è impreziosita di una ampia biblioteca, fornita di testi molto antichi. Senza dubbio riflette l’obiettivo della vita monastica che era la dedicazione al culto e al dono della sapienza.

EL BURGO DE OSMA, oltre ad essere la città natale di Padre Eduardo, è un’antica e monumentale città vescovile, la quale offre uno dei centri medievali meglio conservati di tutta la provincia di Soria. Interessante e prezioso il museo all’interno della Cattedrale.

Lungo la strada per andare a VALLADOLID, restiamo affascinati dalla vista del CASTILLO DE PEÑAFIEL, la cui fortezza è in stile gotico e le cui mura si conservano ad oggi ancora intatte.

Ed ecco VALLADOLID, dove è nato FILIPPO II, re cattolico, il quale portò la Spagna all’apice della sua potenza e favorì la diffusione delle arti. Senza dubbio è una città molto bella, dinamica e moderna. Visitiamo il MUSEO NAZIONALE DI SCULTURA che si trova nell’antico COLLEGIO de San GREGORIO. Imponente il suo Chiostro.

Preziose alcune delle creazioni di Juan de Juni (allievo di Michelangelo Buonarroti), al quale è dedicata una intera sala: il busto reliquario di S. Anna, le sculture di Maria Maddalena e san Giovani Battista e soprattutto el Santo Entierro. Se l’arte è l’espressione estetica dell’interiorità umana, in queste sculture è stata espressa al massimo.

Interessante anche la visita al Museo di arte orientale le cui creazioni in avorio mi hanno incantata in modo straordinario.

Altro gioiello architettonico sicuramente per me rimane PEÑARANDA DE DUERO con il suo centro medievale, su cui domina il castello. Accanto alla piazza Mayor si trova il palazzo de Miranda. Ricordo con gioia la festa e la processione campestre della Vergine dei Rimedi, accompagnata da canti e balli di fanciulle in costume. Un particolare che non voglio trascurare è il gustoso pranzo consumato in un ristorante del luogo con una saporita minestra di ceci, un brasato tenero e appetitoso accompagnato da un ottimo vino che si produce in queste terre ricche di vigneti.

In un pomeriggio assolato vistiamo il REAL MONASTERIO de San DOMINGO de GUZMAN a CALERUEGA, (città natale di san Domenico Guzman) fondato dal re Alfonso X il Sabio. Nella costruzione di detto monastero predomina lo stile romanico del XII secolo, anche se successivamente vennero costruite parti gotiche e barocche. Prezioso è il chiostro.

Il MONASTERO DI SANTO DOMINGO DE SILOS è una meravigliosa abbazia benedettina, circondata da un paesaggio di straordinaria bellezza e che custodisce un autentico gioiello romanico: il suo chiostro, uno dei capolavori dell’architettura romanico-spagnola. É composto da due piani. Si tratta di un complesso architettonico di straordinaria personalità artistica. La parte inferiore del chiostro è la più bella ed originale. Tutti gli angoli mostrano due artistici bassorilievi. Richiama l’attenzione il complesso dei sei bassorilievi che rappresentano l’Ascensione, la Pentecoste, il Sepolcro, la Deposizione, Emmaus ed il Dubbio di san Tommaso. Interessante la visita della farmacia del monastero.

Durante il tragitto verso BURGOS, ci soffermiamo dinanzi ad una galleria scavata nella roccia. Una meraviglia della natura è il massiccio della BAJADA LA YECLA con rocce scoscese e piccole cascate di acqua. Un miscuglio di sensazioni in un clima di gioia e serenità ci pervade, mentre gli obiettivi delle nostre macchine fotografiche cercano di fissare gli avvoltoi che in alto incrociano voli repentini.

Breve visita alla città ducale di LERMA a trenta chilometri da Burgos. Magnifico il suo palazzo seicentesco convertito in un hotel esclusivo, il Parador de Lerma, un tempo residenza del re Filippo III. C’è anche un monastero carmelitano. Questa città è venuta alla ribalta poiché nel convento della Chiesa locale vi sono 130 donne consacrate di età media inferiore a 30 anni.

Ed ecco BURGOS, terra del CID CAMPEADOR. Uno dei più originali e tipici monumenti è l’arco di Santa Maria. Ai tempi del Cid fu la porta famosa della città. Da questa porta, Rodrigo Diaz de Vivar (el Cid) usciva da Burgos per combattere e dalla stessa ritornava a casa per riposarsi dell’aspra contesa contro gli invasori “mori”.

Da tutti gli angoli possibili di veduta si erge la maestosa CATTEDRALE di stile gotico e di insuperabile bellezza, la quale ci offre suggestive prospettive architettoniche.

Visitiamo il MONASTERO REAL di Santa Maria LAS HUELGAS. Meraviglioso nella sua sontuosità rigida e austera propria dei monaci cistercensi di san Bernardo. Fu fondato nel 1187 dal Re Alfonso VIII di Castiglia per assecondare il desiderio della moglie Eleonora d’Acquitania, la quale mise maggiore impegno nell’eseguire questa fondazione con lo scopo che le donne potessero raggiungere gli stessi livelli di comando e di responsabilità degli uomini, almeno all’interno della vita monastica. La badessa de Las Huelgas arrivò a godere di una autonomia e potere così elevati che era al di sopra della curia episcopale, dipendente direttamente dal Papa. La badessa come donna non poteva confessare, dire messe, predicare, ma era quella che dava le licenze affinché i sacerdoti facessero questi lavori. È un monastero ampio e complesso con l’aspetto di fortezza.

Meraviglia delle meraviglie è la CERTOSA DE MIRAFLORES! La sua origine risale al tempo del re Giovanni II, il quale decise di donare all’Ordine dei Certosini un suo padiglione di caccia, ubicato fuori dalla città di Burgos (a circa tre chilometri). È un gioiello della fine dell’arte gotica. Bellissimo il retablo maggiore, una delle opere più importanti della scultura gotica-hispanica, al centro del quale viene esaltata l’immagine di Cristo Crocifisso. Sotto nel centro si trova il sepolcro di Giovanni II e Isabel de Portogallo, collocato nel centro della navata con la forma di una stella a otto punte. Una pregiata opera che mi è rimasta impressa è il pannello con l’Annunciazione di Berruguete.

Non posso trascurare di citare la visita a COVARRUBIAS de EL INFANTADO, patrimonio vincolato ad una entità monastica (monastero di San Cosma e Damiano); sotto il patronato dei conti si costituiva una specie di dote che poteva essere assegnata a qualsiasi infanta o figlia dei conti che non contraeva matrimonio. A Covarrubbias tutto è bello e suggestivo: il paesaggio e la città, le vie, la sua storia e le sue tradizioni.

Sabato 10 settembre partecipiamo alla Messa vespertina concelebrata dai Padri Carmelitani Scalzi del Convento del Carmen di Burgos, presso cui risiede il nostro Padre Eduardo.

La domenica la dedichiamo alla visita della CATTEDRALE di Burgos per la quale non basterebbe un quaderno intero per descrivere tutte le bellezze artistiche che contiene. Desidero però soffermarmi solo sul Santo Cristo di Burgos, bella scultura del secolo XIII che menziona santa Teresa di Gesù nel capitolo 31 del libro delle Fondazioni: «Era di venerdì, giorno seguente alla conversione di san Paolo, 26 gennaio, nostro Padre volle innanzitutto che ci recassimo a venerare il S. Crocifisso (Si venerava nella chiesa degli Agostiniani, situata nel sobborgo di Vega. Si crede sia stato fatto da Nicodemo e che dalla Palestina i venti l’abbiano spinto nel golfo di Biscaglia, dove un mercante lo raccolse e lo portò a Burgos) per raccomandargli la nostra impresa e attendere in quel luogo che si facesse un po’ buio perché era troppo presto. – Intenzione nostra era di fondare senza indugio».
Il Cristo è coperto di pelle di cervo, con sopracciglia e capelli umani. Si dice anche che le sue unghia crescono e vengono tagliate ogni giovedì Santo. Impressionante!

L’ultimo giorno di permanenza a Burgos – 12 settembre –, di mia iniziativa, visito le monache di clausura carmelitane il cui monastero è ubicato in piazza santa Teresa proprio vicino all’Hotel dove alberghiamo. Si tratta dell’ultima fondazione di Santa Teresa di Gesù, voluta dal Signore. La Santa dice al capitolo 31 delle Fondazioni: «Partire per Burgos, città così fredda, carica di tanti malanni a cui quel clima era assai contrario, mi sembrava impossibile… Mentre pensavo a queste cose, decisa di non partire, il Signore mi disse queste parole, dalle quali intesi che il consenso era già dato: “Non far caso del freddo: Io sono il vero caldo. Il demonio fa di tutto perché la fondazione non riesca; ma tu sforzati in nome mio per farla. Va’ tu stessa in persona, perché la tua presenza è molto utile”. Cambiai subito di parere» (F 31,11-12).

Incontro le monache prima della celebrazione della Messa delle 8.30, per loro è festa in quanto oggi, 12 settembre, è il compleanno della Priora, suor Maria Fatima de la Cruz. Molto affettuosa e disponibile è anche la suora sacrestana. La Chiesa è a una sola navata ed accanto c’è la cappellina dove sta per essere celebrata la Santa Messa.

Alle ore 9,30 della stessa giornata realizzo il sogno di tanti anni: incontrare Padre TOMÁS ÁLVAREZ, uno dei maggiori teresianisti, autore di tantissimi libri sulla dottrina e la esperienza di Dio in Teresa di Gesù. Il suo volto è dolce, rassicurante e sorridente. Mi conferma che solo leggendo le opere dei nostri santi carmelitani si può raggiungere l’empatia con Dio.

La santa Messa delle ore 10 presso la cappellina del convento del Carmen di Burgos conclude questo pellegrinaggio in Castiglia y Leon.

Rientriamo a Madrid da dove molti del gruppo andranno anche in pellegrinaggio in Polonia, mentre noi italiani rientriamo a Roma.

Rivolgo a tutti voi un saluto e un GRAZIE di cuore per la gioia che mi avete trasmesso, per l’affetto e per il senso di comunione fraterna. Il GRAZIE, soprattutto, va a Padre Eduardo, che come sempre non ha trascurato alcun dettaglio nel creare un clima favorevole perché ognuno di noi si potesse esprimere liberamente e si sentisse in famiglia. Un abbraccio a tutti. Angela Parisi, ocds.

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